Io ci credevo. La mia gioventù nel labirinto di una specie di gruppo di culto
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About the Book
Questa è la storia di come mi capitò di finire in un movimento radicale da adolescente e di come ci rimasi per più di vent’anni.
Da sedici a trentanove anni ho fatto parte di tale movimento, prima a Roma, in Italia, poi in Camerun (Africa), a Lisbona, in Portogallo, e infine a Chicago e a New York, negli USA. Non solo cristiani fanno parte di questo movimento ma anche fedeli di altre religioni e persino persone non affiliate a nessuna religione, attratte da questo o quell’aspetto o da questa o quell’idea proposti dal movimento.
Visto che credo di dover essere responsabile del bene altrui, oltre che del mio, ho già inviato ai canali religiosi appropriati la mia esperienza in questo movimento presentando anche le mie perplessità riguardo alla sua solidità teologica e psicologica invitandoli ad intervenire per il bene spirituale e psicologico dei suoi membri.
Non farò nomi dato che credo profondamente nel diritto al buon nome di ogni persona, gruppo o movimento. Inoltre credo che qualsiasi organizzazione, istituto, siano essi civili o religiosi, possano diventare in qualsiasi momento qualcosa di simile a un culto, a una dittatura o a qualcosa del genere, se i membri dimenticano di restare vigilanti lasciando che la trasformazione avvenga. Spero che una volta raggiunta una certa maturità questo gruppo si accorga di quanto sta succedendo e corregga quanto c’è da correggere. Lo spero con tutto il cuore.
A questo punto della mia vita, questo libretto non è frutto di sentimenti di vendetta o di rabbia verso qualcuno. Lo offro semplicemente per “mettere in guardia” contro le insidie di gruppi radicali tipo i gruppi di culto.
About the Author
Gabriella Rahoy è una traduttrice, interprete e voce fuori campo, inglese-italiano, ora in pensione, nata a Roma (Italia) e vissuta vicino al Gianicolo con la sua famiglia, che ancora abita lì, a circa trenta minuti a piedi da Piazza S. Pietro. Anche se gli studi l’avevano preparata per l’insegnamento della filosofia nelle scuole medie superiori in Italia, la vita ha deciso diversamente per lei. Oggi dice che, invece di insegnare filosofia, si è ritrovata a dover imparare come “vivere la filosofia”, cioè come vivere quello che aveva studiato, specialmente durante i vari corsi fondamentali di psicologia e uno di psichiatria. Durante gli anni qui negli USA, ha conseguito il Master in Teologia alla St. John’s University, Queens, New York, cosa che le ha dato la possibilità di lavorare come Coordinatrice e Direttrice dei programmi di Educazione Religiosa presso alcune parrocchie del Queens per circa dieci anni. I campi da tennis della St. John’s University hanno offerto l’occasione all’autrice di conoscere più a fondo il suo vicino di casa, Michael Rahoy, che una volta aveva visto per strada con tanto di racchetta da tennis e che aveva invitato a giocare con lei. Queste partite furono l’inizio di un’amicizia che si è trasformata poi in qualcosa di più profondo, culminando nel matrimonio. Oggi, ha deciso di aiutare persone che, come lei, sono state in passato membri di gruppi molto radicali, tipo culti, e che hanno avuto il coraggio di lasciare questi tipi di movimenti, pronti a vivere il tipico “inferno” che di solito fa seguito a questi tagli. gabrie4@verizon.net